Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo Re
Lectura Patrum Neapolitana,
a cura del prof. Antonio V. NAZZARO e di Suor Antonietta TUCCILLO
Anno XXXVI-2015/2016,
Aula Magna, Casa del Volto Santo
Via Ponti Rossi, 54 – Capodimonte
80131 Napoli
Sabato 16 gennaio 2016, ore 17:00-19:00
GIUSEPPE GERMANO
Prof. di Letteratura Latina Medioevale e Umanistica
Università degli Studi di Napoli Federico II
Lettura e commento
di un canto liturgico di Hildegard von Bingen
sulla base di
M. TABAGLIO, Ad caelestem harmoniam: Poesia e musica in Ildegarda di Bingen,
Verona, Edizioni Fiorini, 1998.
ILDEGARDA DI BINGEN: cenni sulla vita e sulle opere.
Per quanto durante tutto il Medioevo, come si sa, le donne abbiano avuto un ruolo assai limitato nella vita culturale, che era un appannaggio quasi esclusivamente maschile, a partire dal XII secolo, e per tutto il XIII, nell’Europa centrale si sviluppò, tuttavia, una corrente di misticismo femminile, che diede frutti assai interessanti sul piano del dibattito teologico e della produzione letteraria: all’interno di tale corrente, sviluppatasi per lo più all’interno del monachesimo benedettino, la figura di Ildegarda di Bingen rappresenta sicuramente quella di maggiore rilievo, non solo per la mole della sua costruzione dottrinaria, assimilabile a quella dei più grandi teologi del suo tempo, ma anche per tutti i suoi straordinari interessi indirizzati nei vari campi dello scibile umano ed ampiamente travalicanti la sfera della mistica, come normalmente è intesa.
Come un’umile monaca, reclusa in un monastero piuttosto oscuro dell’alta Renania, una semplice donna, assolutamente priva di alcuna considerazione e tutela nella società maschilista del XII secolo, non solo abbia potuto liberamente esprimere le proprie idee e competere sul piano dottrinario con i più grandi rappresentanti del dibattito teologico e scientifico del tempo senza essere brutalmente zittita o coperta di ridicolo, ma abbia potuto anche impunemente divulgare i contenuti di un ardito misticismo, spesso collocabile ben oltre i limiti dell’ortodossia cattolica del tempo, senza subire alcuna persecuzione ed ottenendo, anzi, un’altissima considerazione in vita e gli onori degli altari
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con la sua beatificazione e, poi, santificazione dopo la morte, ci è mostrato
paradigmaticamente proprio dall’esperienza di vita e di cultura di Ildegarda di Bingen, il
fascino della cui grandezza, non ancora adeguatamente indagata, rimane tuttora in gran
parte avvolto nel mistero.
continua…