Scheda volume
Diui Aurelii Augustini Hipponensis episcopi Contra Pelagianos et Celestianos Hyponosticon libri 6. – Venetiis : sub signo Hieronymi, 1538 (Venetiis : in aedibus Bartholomaei de Zanettis Casterzagensis : sumptibus vero Ioannes ab ecclesiae Papiniensis, 1538 mense Iulii). – [48] c. ; 8o. ((Opera apocrifa. – Marca (Z342) sul frontespizio e in fine. – Corsivo ; romano – Segn.: A-F8. – Iniziali xilografate
SFOGLIA IL VOLUME
Tra le diverse opere nel corso del tempo attribuite ad Agostino c’è l’Hypomnesticon contra Pelagianos et Caelestianos, in cui un autore risalente alla metà del V secolo dedica cinque libri alla confutazione degli errori dei pelagiani, mentre in un sesto libro illustra la dottrina sulla predestinazione. Queste pubblicazioni, conosciute e spesso citate, confermano ulteriormente l’influsso che ebbe Agostino sui posteri, ma in molti casi non hanno permesso di conoscere il vero pensiero di questo autore.
Questo testo nel IX secolo divenne oggetto di un’aspra controversia: per Icmaro di Reims l’opera era autentica, mentre secondo Prudenzio di Troyes risultava divergente per stile e contenuto all’opera agostiniana e, a ulteriore conferma questo, il testo non compariva nel Commentario redatto dallo stesso Agostino sulle sue opere. Altri teologi dimostrarono quanto fosse facile attribuire ad Agostino un libro che sosteneva argomenti a lui cari, attingendo alle sue opere e presentandosi come un compendio del suo pensiero.
Pseudo Agostino, nome convenzionale di un autore incerto di poco posteriore ad Agostino d’Ippona, a cui sono stati attribuiti alcuni scritti del santo.
Poche sono le edizioni cinquecentesche di quest’opera e questa edizione del 1538 è la prima italiana. Nel prologo del testo è presentato l’elenco delle cinque tesi sostenute dai pelagiani e che verranno confutate singolarmente da Agostino nei cinque libri.
Dalla Chiesa, Giovanni
Tipografo ed editore di Pavia, attivo a Venezia dal 1538 al 1556. Si servì soprattutto delle tipografie dei fratelli Farri, con i quali fu anche in società, di Bartolomeo Zanetti e di Giovanni Griffio il vecchio. Insegna: San Girolamo. Nome su edizioni: Ioannes ab Ecclesia; Ioannes ab Ecclesiae; Giovanni da la Chiesa; Giovanni della Chiesa
Zanetti, Bartolomeo
Tipografo di Casterzago (Castrezzato) presso Brescia, attivo a Camaldoli (1520), a Firenze dal 1514 al 1524 e Venezia dal 1535 al 1548. Iniziò l’attività lavorando a Firenze per i Giunta, poi si mise in proprio. Nel 1520 stampò a Camaldoli per conto del monastero la Regula eremiticae vitae. Trasferitosi a Venezia, vi restò fino al 1541, poi tornò a Firenze, dove collaborò con Anton Francesco Doni. Rientrato a Venezia, vi lavorò sia come tipografo che come copista di testi greci. Alla sua morte dopo il 1550 gli successe il figlio Cristoforo. Secondo Castellani e Zironda fu attivo anche a Vicenza, dove stampò soprattutto opere di Gian Giorgio Trissino sotto lo pseudonimo, scelto dallo stesso Trissino, di Tolomeo Ianiculo. Nome su edizioni: Bartholomeus de Zanettis; Bartholomaeus Brixiensis; Bartholomeus Zannettus; Bartholomaeus Zanettus; Bartholomaeus Casterzagensis; Bartholomaeus Brixianeus; Bartholomeus de Gianettis; Bartholomeo Zanetti; Bartolomeo de Zanetti
Legatura con coperta in cartone; dorso in pergamena di recupero. Bel esemplare con iniziali xilografiche fiorite e figurate. La marca è presente solo nel frontespizio e rappresenta due putti che reggono una chiesa. Nella marca c’è il motto: Nisi efficiamini, sicut paruuli, non intrabitis in regnum Coelorum. (Z342). Nel colophon notizie sul tipografo.