Reverendissima Madre Generale suor Leonia,
Reverendissima Madre Generale Emerita, suor Antonietta,
e per completare la santa triade aggiungo la Past Madre Generale suor Maria Luisa,
Signore e Signori
Sarò breve, essendo impensabile il narrare compiutamente la storia lunga trentacinque anni della Lectura Patrum Neapolitana, che è poi anche la storia di molti dei presenti.
«La voce dei Padri è la voce di una tradizione viva, che ha guidato e animato il cammino della civiltà romano-germanica, prima, e di quella europea, dopo».
Così si legge nel quarto di copertina del pieghevole che ogni anno l’Istituto Piccole Ancelle di Cristo Re invia ai circa 300 amici italiani per invitarli a partecipare alla Lectura Patrum Neapolitana.
A metà degli anni Settanta p. Giacinto Ruggiero Confondatore e Assistente Generale dell’Istituto, convinto che la cultura fosse fattore primario di promozione umana, dette vita a una serie di iniziative tendenti a far circolare sempre più liberamente nel corpo sociale la linfa della cultura, troppo a lungo utilizzata come strumento di potere.
Convinto, altresì, che la Chiesa, per procedere con fiducia nel suo pellegrinaggio terreno e nel rispondere adeguatamente alle provocazioni provenienti dall’uomo, dalla storia e dalla cultura, dovesse conservare la memoria delle sue origini (ante et retro oculata, aveva detto San Bernardo), p. Giacinto s’impegnò a promuovere e a diffondere lo studio e la conoscenza dei Padri della Chiesa Antica.
Di quelle feconde iniziative ne sopravvivono due: l’“Associazione di Studi Tardoantichi”, che attraverso la Rivista KOINONIA, stampata dalla Casa Editrice D’Auria, si proponeva (e si propone) lo studio e l’approfondimento interdisciplinare di un’epoca, che tanta importanza ha avuto per la genesi e lo sviluppo della nostra civiltà occidentale e la Lectura Patrum Neapolitana.
Tralasciando l’AST, che, oltre alla sede principale di Napoli, conta oggi in Italia ben dieci sezioni (che hanno sede a Catanzaro, Genova, Lecce, Messina, Milano, Nola, Parma, Roma, Salerno, Teramo) e ha all’attivo una serie di Convegni internazionali, ci occupiamo qui della seconda, e non meno significativa e duratura iniziativa, quella della nostra Lectura Patrum Neapolitana.
A metà degli anni settanta, come s’è detto, proprio nel momento in cui il progetto dell’Associazione e della Rivista entrava nella fase di realizzazione, p. Giacinto cominciò a organizzare conferenze patristiche nella casa paterna di Vico delle Fate a Foria 11 e nella Sala Gioiosa del Palazzo Conca in Piazza Bellini, dove all’epoca era allocata una Comunità delle Piccole Ancelle dirette da suor Emerenziana e funzionava l’Istituto “Elena di Savoia”, di cui era Preside il nostro Padre, e oggi è allocata la Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica.
In quest’impresa il Padre era coadiuvato dal prof. Antonio Quacquarelli, notissimo professore di Letteratura Cristiana Antica, Fondatore e Direttore della Collana di Testi Patristici e infaticabile organizzatore di Convegni che avevano valorizzato e valorizzavano la presenza paleocristiana in Puglia e nel Lazio meridionale.
Per qualche anno il prof. Quacquarelli venne a Napoli per tenere personalmente conferenze o per accompagnare illustri studiosi, come il gesuita Henry Crouzel, il salesiano Calogero Riggi, il p. Tomas Spidlik , dal 1984 Cardinale di Santa Romana Chiesa, morto nel 2010, che era caro a p. Giacinto, perché cultore della spiritualità orientale.
Queste Conferenze, tutte di elevata qualità scientifica e aventi a oggetto problematiche particolarmente ardue, ponevano a p. Giacinto il problema della loro fruibilità da parte dell’uditorio, e soprattutto delle Piccole Ancelle.
Il Padre si angosciò a lungi nel tentativo di risolvere questo problema. Fu allora che, confortato dai consigli degli amici, tra i quali mi piace ricordare Gennaro Luongo, gli prospettai la necessità di trasformare queste Conferenze spesso iniziatiche e pronunciate con un linguaggio comprensibile ai soli addetti ai lavori in vere e proprie letture di testi patristici, tradotti in italiano e accessibili a tutti.
Il Padre, pur entusiasta dell’idea, prese tempo. Ma io tornai alla carica con la proposta della lettura di testi patristici, che avrebbe comportato una serie di vantaggi immediatamente verificabili: aumento dell’interesse dei partecipanti che potevano meglio seguire il lettore sui libri all’epoca generosamente donati dall’Istituto; da qualche anno, a causa della crisi che ha attanagliato l’Italia, l’Istituto ha provveduto a mettere a disposizione dei partecipanti in fotocopia i passi delle opere oggetto della discussione, corredati dell’opportuna bibliografia. D’altra parte, le Piccole Ancelle avrebbero potuto dare uno sguardo al testo prima della lectura e intervenire alla discussione, che era e resta uno dei punti qualificanti delle nostre Lecturae.
Nacque così il Corso di letture patristiche, al quale solo più tardi io diedi sia il nome di Lectura Patrum Neapolitana, noto ormai in tutta Italia e da più parti felicemente imitato, sia la numerazione a partire dall’anno del terremoto, 1980, volendo con quest’inizio esprimere la voglia di rinascita dai disastrosi effetti del sisma.
Va ascritto a merito delle Piccole Ancelle l’aver voluto proseguire, dopo la morte del loro Confondatore, questa iniziativa, mettendo a sua disposizione le risorse umane e finanziarie occorrenti.
Dal 1989-1990 mi affianca nella cura delle Lecturae la cara suor Antonietta, cui mi unisce un rapporto di fraterno affetto e di reciproca e cordiale stima.
Nei primi cinque anni le Lecturae annue erano addirittura nove (da ottobre a giugno), dal sesto al trentatreesimo furono ridotte a sette (da novembre a maggio) e negli ultimi due anni c’è stata un’ulteriore riduzione a sei (s’è deciso di sopprimere la Lectura del mese di dicembre). Quest’anno il numero è risalito a sette e il mio auspicio è che a partire dal prossimo anno sono si scenda in nessun caso sotto le sei Lecturae annue.
Fino alla conclusione del 35° ciclo, il totale delle Lecturae è stato di 253, tenute da un centinaio di valenti studiosi, laici ed ecclesiastici, patrologi e teologi, storici del cristianesimo e della letteratura cristiana antica, epigrafisti e iconologi, latinisti, medievisti, grecisti e bizantinisti tra i più illustri professori delle università italiane e pontificie.
La nostra iniziativa religioso-culturale è stata nel corso degli anni onorata dalla presenza di Eccellentissimi Vescovi e arcivescovi (ricordo i Monsignori Vincenzo Bertolone, Giuseppe Costanzo, Enrico dal Covolo, + Luigi Diligenza, Bruno Forte, Pietro Meloni, +Luigi Padovese, Domenico Sorrentino) e di Eminentissimi Cardinali (ricordo Angelo Amato, Tarcisio Bertone, Raffaele Farina, Prospero Grech, +Carlo Maria Martini, +Jorge Maria Mejia).
Sono stati letti più di duecento testi cristiani, che vanno dal primo all’ottavo secolo, non senza qualche sforamento nei secoli successivi; circa cinquanta sedute sono state dedicate alla trattazione di tematiche generali, di carattere sia patristico, sia moderno, nonché alla presentazione di volumi della Collana “Varia Christiana” dell’Istituto.
A conclusione del 35° Ciclo e per onorare la memoria di p. Giacinto Ruggiero OFM nel trentennale della dipartita, abbiamo pubblicato ventisette tra le Lecturae più interessanti, raccogliendole in un volume miscellaneo, che costituisse una significativa testimonianza, diretta o indiretta, della sempreverde Leggenda del nostro monaco francescano. La miscellanea, curata da me e da Madre Antonietta, s’intitola Fioretti patristici, Casalecchio di Reno, DigiGraf, 2015, pp. 551 (Varia Christiana. Testi e Studi. Collana a cura delle Piccole Ancelle di Cristo Re 8).
Le Lecturae si sono tenute per trent’anni in Vico delle Fate a Foria nella casa paterna di p. Giacinto (alla sua morte ereditata dall’Istituto), arredata con mobili costruiti dal genitore del nostro monaco e impreziosita da una libreria ricca di settecentine ora custodite nella Biblioteca di Portici a Lui intestata. La casa di Vico delle Fate continua a essere presidiata dalla sola suor Onorata, per tanti anni nostra assidua e preziosa collaboratrice.
Dal 2011/2012 le Piccole Ancelle per motivi essenzialmente logistici hanno ritenuto di trasferire le Lecturae nell’Aula Magna Casa del Volto Santo in Via Ponti Rossi 54, a Capodimonte. Con molti rimpianti da parte di non pochi inguaribili nostalgici, dei quali chi scrive non esita a confessare di far parte.
Nel vario, ricco e mutevole panorama culturale di Napoli le Lecturae Patrum Neapolitanae, che si son tenute sempre di sabato (con un’unica eccezione di giovedì), si accampano come iniziativa di tutto rispetto a cui la lunga durata ha conferito una solida stabilità e una crescente credibilità nella nostra Città e in tutto il Paese.
Con la lettura in italiano di testi tardoantichi non solo greci e latini, con preferenza per quelli meno noti e con i conseguenti accesi dibattiti cui hanno partecipato con passione esperti e meno esperti, abbiamo nel corso di questi trentacinque anni conseguito risultati da tutti verificabili e valutabili in ordine alla diffusione della cultura religiosa.
Le Lecturae hanno spesso svolto la preziosa funzione di metterci in contatto con tanti illustri studiosi, con i quali colloquiare e confrontare le nostre spesso diverse metodologie critiche, cui si aggiunge la non meno preziosa informazione sulle novità editoriali.
Per la Lectura Patrum Neapolitana si apre ora, grazie al Progetto, i cui risultati sono oggi pubblicamente comunicati e discussi, una nuova e , mi auguro, più feconda stagione.
Da quest’anno, il 36° che oggi si inaugura, i relatori nelle forme e nei modi che concerteremo con la dott.ssa Diana Finoja, che va qui ringraziata per l’impegno e la competenza profusi nella realizzazione del Progetto, dovranno mettere in rete sul sito dell’Istituto se non l’intera lectura per lo meno un corposo e significativo riassunto (abstract o abrégé , che dir si voglia).
La scientificità e (mi si permetta) la tollerante laicità dell’approccio ai testi cristiani sono ora più che mai gli anticorpi necessari contro la tabe del fondamentalismo religioso, che oggi come ieri semina in nome di Dio terrore, distruzione, e morte.
Prof. Antonio V. Nazzaro