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Scheda volume

Divi Aurelii Augustini Hipponensis episcopi Libri quatuor. De praedestinatione & gratia. De praedestinatione sanctorum. De bonae [!] perseuerantiae. De praedestinatione Dei. – Venetiis, 1534 (Venetiis : per Ioannem Patauinum, & Venturinum de Ruffinellis, 1534).

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n. 1   1634 Il battesimo di Sant'Agostino. Luca Giordano. 1634 -1705. Napoli Museo DiocesanoIl testo raccoglie quattro scritti. Il primo “De praedestinatione et gratia” e l’ultimo “De praedestinatione Dei” sono due opere erroneamente attribuite ad Agostino, mentre le due opere centrali “De praedestinatione sanctorum” e “De dono perseverantiae” sono due opere occasionali, anzi nata come una sola opera in due libri, si è trasformata poi in due libri distinti. Questi ultimi due testi furono scritti dal vescovo di Ippona in relazione alla polemica sorta tra i monaci di Marsiglia sul tema della predestinazione.

De praedestinatione sanctorum e De dono perseverantiae sono indirizzate a Prospero e Ilario, i quali dalla Gallia lo avevano informato del turbamento prodotto nei monaci di Marsiglia (detti poi semipelagiani) da sue opere sulla predestinazione, creando una viva opposizione alla dottrina che esse contenevano. Questi monaci ritenevano che la fede fosse semplice questione di volontà, senza l’intervento di Dio. Agostino rispondendo, dimostra che tanto l’inizio della fede quanto la perseveranza nel bene sono dono di Dio e non, come affermano quei monaci, opera solo del libero arbitrio. E infine conclude che la dottrina della predestinazione può e deve essere predicata con prudenza e sapienza.

De praedestinatione Dei. De praedestinatione et gratia. Opere spurie insieme all’Hypomnesticon sempre sulla teologia della grazia e la predestinazione. Questi ultimi due scritti secondo la Patrologia Latina del Migne contengono principi apertamente contrari a quelli agostiniani.

n. 2  1480 Sant'Agostino nello studio. Botticelli - 1480. Firenze. Chiesa di OgnissantiAurelio Agostino (Tagaste, 354 – Ippona, 430) filosofo, vescovo e teologo berbero, è stato il principale pensatore cristiano del primo millennio. La sua biografia ci è nota sia attraverso le sue opere, le Confessioni e le Ritrattazioni, sia attraverso la Vita di Agostino, scritta dal suo amico e discepolo Possidio. Significativa fu la sua conversione: nel 373 la sua ansia per la ricerca dell’assoluto lo fece approdare al Manicheismo, poi al neoplatonismo, ma l’incontro con Ambrogio lo portò alla ricerca della Verità, arrivando alla certezza che Gesù fosse l’unica via per giungervi. Si ritirò per un periodo di studio e riflessione a Cassiciaco e durante la quaresima del 387, Agostino si recò a Milano dove, fu battezzato da Ambrogio nella Veglia pasquale. Tornato in Africa condusse una vita in comune con i suoi amici in povertà, in preghiera e nello studio della letteratura sacra. Nonostante la sua ritrosia fu nominato sacerdote e in seguito vescovo di Ippona (395-430). Le sue attività dottrinali furono molteplici attraverso le predicazioni frequenti, le lettere inviate a tutto il mondo relative ai problemi dell’epoca, la partecipazione ai concili africani e la lotta contro le eresie.

Agostino è stato un autore di numerose opere e di soggetto diverso: abbiamo scritti autobiografici, filosofici, apologetici, dogmatici, polemici, morali, esegetici, raccolte di lettere, di sermoni, di opere in poesia. Fu scrittore e pensatore eccezionale all’altezza dei grandi filosofi greci: fu innanzitutto un retore, ma seppe coniugare a questa abilità interiorità e introspezione. Attrasse e influenzò i suoi contemporanei, ma soprattutto condizionò il corso successivo della filosofia e della teologia.

Nel frontespizio il titolo De bona perseverantiae è errato, ma lo stesso errore è presente anche in altre edizioni, come quella del 1538 di Bernardino Stagnino. Le prime edizioni a stampa delle opere di Agostino riguardarono le sue opere maggiori e due importanti pubblicazioni dell’opera omnia agostiniana vengono realizzate a Basilea. Per questi scritti minori sono poche le pubblicazioni a stampa.

Padovano, Giovanni. Tipografo attivo a Venezia tra il 1531 e il 1553. Lavorò da solo e in società con Venturino Ruffinelli. Secondo Cosenza era un Ruffinelli anche lui; Zappella sembra accogliere l’ipotesi attribuendo la marca Z1157 a “Giovanni Ruffinelli”. Nome su edizioni: Ioannes Patavinus & Venturinus de Roffinellis; Ioannes Patavinus & Venturinus de Ruffinellis; Ioannes Patavinus, & Venturinus Roffinellus; Gioanne Padoano & Venturino de Ruffinelli.

Ruffinelli, Venturino <sec. 16 metà> Tipografo attivo a Venezia e Mantova nella prima metà del secolo XVI

n. 3  U156Legatura recente in tela e cartone. Sul dorso tassello in pelle con autore e titolo”Operette”. Frontespizio in cornice figurata: Fenice sulle fiamme volta verso il sole. (V422). Marca in fine: Fenice su fiamme. Motto: Nunquam deficiam: cremer usque licet. Le iniziali xilografiche predisposte sono assenti. Nel volume sono legati insieme tre testi di opere di S. Agostino stampate dagli editori Padovano e Ruffinelli sempre nel 1534, ma sappiamo che nello stesso anno stamparono altre parti di opere del santo, De fide et operibus, De natura et gratia, De spiritu et litera, che in altri esemplari si trovano legate insieme.

Inventario ANT 16904

Collocazione F. PRESEPE XVI 45/3

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