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Scheda volume

Iustinus <santo>

3: Tomus tertius: in quo continentur, Expositio fidei orthodoxæ, & mysterij Sanctæ Trinitatis, &c. Ad Zenam & Serenum epistola, christianæ uitæ complectens institutionem …. – (Basileae : per Ambrosium et Aurelium, Freobenios fratres, 1565 mense martio). – 190, [70] p. – Segn.: 2A-2V⁶ 2X⁴ 2Y⁶..

Impronta u-o- r.ue 8.e: nici (3) 1565 ®

Fa parte di Diui Iustini, philosophi et martyris Christi, Operum, quae extant, omnium per Ioannem Langum Silesium, è Græco in Latinum sermonem uersorum, & sententijs priscorum sanctorum patrum illustratorum, tomi 3. … Tomus primus (-tertius). – Basileae : per Ambrosium et Aurelium, Frobenios fratres (Basileae : per Ambrosium et Aurelium, Frobenios fratres, 1565 mense martio). – 3 volumi ; 2°. – Riferimenti: VD16 J1174. – Marca tipografica sul frontespizio del vol. 1 (J59) e in fine del vol. 3 (J55). – Iniziali xilografiche.

 

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Questo volume contiene diverse opere spurie e erroneamente attribuite a Giustino forse a causa dello stile e del metodo utilizzato anche nei suoi scritti come nel caso di Epistula ad Zenam et Serenum e Expositio fidei. Nel quanto riguarda il De resurrectione, l’attribuzione dei frammenti di questo trattato è stata piuttosto contestata o forse l’autore va ricercato nella cerchia dei discepoli di Giustino. Qui si risponde alle obiezioni poste dai platonici e spiritualisti sulla resurrezione del corpo materiale.

GIUSTINO

Giustino (Flavia Neapolis, 100 – Roma, 162/168) martire cristiano, è stato un apologeta e forse il primo filosofo cristiano. La sua famiglia di origine latina, giunse in Palestina a seguito dell’esercito romano, e visse a Flavia Neapolis, in Samaria. Nato nel paganesimo, racconta che la sua smania di verità lo portò a frequentare molte scuole filosofiche: studia a fondo i filosofi greci, e soprattutto Platone. Poi viene attratto dai Profeti  persone considerate “gradite a Dio” e dallo stesso “illuminate”, avvicinandosi così al cristianesimo e ricevendo il battesimo a Efeso verso l’anno 130. Giustino viaggiò molto e soggiornò in varie città dell’Impero come predicatore e studioso. Tornato a Roma una seconda volta vi aprì una scuola filosofica a impronta cristiana. A lui si deve la più antica descrizione della liturgia eucaristica e l’uso della terminologia filosofica nel pensiero cristiano. Giustino si schierò duramente contro la religione pagana ed i suoi falsi miti e per questo fu condannato a morte da Giunio Rustico, prefetto di Roma e amico dell’imperatore Marco Aurelio, fra il 163 e il 167. A noi sono pervenute solo tre opere del santo: Prima apologia dei cristiani, Seconda apologia dei cristiani e il Dialogo con Trifone e dei frammenti del De Resurrectione. Di altri suoi scritti abbiamo notizia da Eusebio di Cesarea, ma sono andati perduti, mentre altre opere a lui attribuite sono di autore ignoto.

LANGE, JOHANN (1503-1567)

Sebbene questo nome sia piuttosto comune possiamo individuare in JohannLangeil traduttore e curatore di questo testo. Egli fu un umanista e filologo, nato a Freistadt in Slesia nel 1503 e morto a Schweidnitz nel 1567. Lange studiò a Cracovia e a Vienna, divenne segretario del vescovo di Bratislava e in seguito consigliere e ambasciatore degli Asburgo. Prese parte a numerose missioni diplomatiche, soprattutto in Polonia. Ammalatosi si ritirò Schweidnitz dove si dedicò alle lettere. Fu il primo editore di Niceforo Callisto, scrittore di versi come in Carminum lyricorum liber e traduttore dal greco in latino delle opere di Giustino e di Gregorio Nazanzieno.

La prima edizione delle opera di Giustino dall’originale greco è apparsa nel 1551 (Parigi, Estienne). La prima edizione latina è del 1554 (Basilea, Dupuy), mentre la seconda curata da Sigmund Gelen è del 1555 (Basilea, Hier. Froben & Nic. Episcopius). Questa del 1565 è la terza curata dal Lange, che nella lettera dedicatoria dichiara di essere a conoscenza delle edizioni precedenti. Questa, comunque, è probabilmente la migliore delle edizioni latine, e la sua versione è stata utilizzata anche per le edizioni parallele greco latine del 1593 e 1615. Ogni scritto è preceduto da una prefazione del curatore e i paragrafi dei diversi testi sono commentati dal Lange con numerose citazioni tratte dalle Sacre Scritture, da opere di patristica o di filosofia. Il primo volume si apre con una lunga lettera dedicatoria a Massimiliano II d’Asburgo. Nei volumi 1 e 3 in fine al testo c’è l’indice dei riferimenti a passi delle Sacre Scritture, segue poi l’indice di vocaboli e temi presenti nei 3 tomi.

Froben, Ambrosius (1537 – 1602) e Aurelius Froben (1539-1587). Ambrosius figlio di Hyeronimus il Vecchio dal 1563 iniziò a lavorare insieme a suo fratello Aurelio nelle tipografie del padre, l’Officina Frobeniana, e la loro collaborazione durò fino al 1575. Dal 1578 il lavoro di Ambrogio si focalizzata sulla stampa dell’ebraico con una significativa edizione Talmud (1578-1581) e collabora con John Oporin. E’ operativo tra il 1583-1585 con Israele Sifroni (responsabile per la stampa dell’ebraico) nella una nuova filiale di Friburgo. Nel 1585 lascia Friburgo e passa le attività di Basilea al figlio Hieronymus, il giovane e a Jonathan Meyer.

Legatura in pergamena rigida. Sul dorso a 6 nervi tassello con autore e titolo incisi in oro. In testa al frontespizio cancellatura, nota di possesso e in basso piccolo strappo della carta. Iniziali parlanti e fiorite, 3 capolettera istoriati nel testo di grandi dimensioni (4,9 x 4,9 cm). Nel testo si alternano parti con il carattere romano con il corsivo e con spaziature diverse e sono presenti anche caratteri greci. Licenza di stampa. Macchie di umidità e foxing. Marca tipografica sul frontespizio del vol. 1 (J59): due mani escono da nuvole sorreggendo un caduceo con in cima un uccello. Ai lati: Froben. Motto: Phronei aglōs. Sape simpliciter. La marca tipografica in fine è assente. I tre volumi sono rilegati assieme

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