Scheda volume
Ioannes : Chrysostomus <santo>
ISBD D. Ioan. Chrysostomi episcopi constantinopolitani commentarii, qui extant in sacrosanctum Iesu Christi Euangelium secundum Marcum et Lucam. I. Cor. 10. Siue manducatis, sive bibitis, sive quid aliud faciatis, omnia in nomine domini facite. – Parisiis : Apud Benedictum Preuotium, via Frementella, sub insigni Stellae aurea, 1557. – 79, [1] c. ; 8°. – Notizie sul traduttore delle omelie De Lazaro concio c. 44. – Marca (S705) sul front. – Cors.; rom. – Segn.: 2A-2K8. – Iniz. e fregi xil. – Ultima carta bianca.
SFOGLIA IL VOLUME
Questo testo raccoglie diverse omelie di Giovanni Crisostomo, anche se alcune di esse non sono attribuibili a questo autore. Abbiamo 14 omelie sul vangelo di Marco. Zappella nell’introduzione a “Le catechesi battesimali” (Paoline, 1998) segnala l’assenza di commentari del Crisostomo sui Vangeli di Marco e Luca. Seguono poi una serie di omelie: due sulla natività di Giovanni Battista e di Gesù, “De eo qui incidit latrones” (Lc.10), “De patre et duobus filiis” (Lc.15), “De divitae homilia” (Lc. 16,19), quattro omelie “De Lazaro concio” tradotte da Erasmo da Rotterdam, “De Zaccheo sermo”, “De latrone sermo”. I discorsi del povero Lazzaro sono 7 omelie predicate da Giovanni ad Antiochia verso il 387. I primi 4 discorsi sono una serie esegetica del ricco e del povero Lazzaro. Bernard de Montfaucon unirà in un unico corpus le diverse omelie su Lazzaro nel ‘700. Esse sono in buona parte un approfondimento di Giovanni sul tema della ricchezza e della povertà.
Giovanni Crisostomo (345 – 407). Definito per la sua eloquenza Crisostomo (in greco antico letteralmente «Boccad’oro»), forse come filosofo e teologo non fu particolarmente originale, ma seppe trasferire efficacemente nell’omiletica i temi della tradizione patristica greca e soprattutto della scuola antiochena. Innamorato della morale, fu desideroso di riformare la vita cristiana, secondo l’ideale delle comunità cristiane primitive.
Nato ad Antiochia da una famiglia cristiana benestante, studiò con il famoso retore Libanio. A 18 anni fu battezzato e incominciò a seguire dei corsi di esegesi presso Diodoro di Tarso. Terminati gli studi, Giovanni ricevette gli ordini minori e si ritirò in un eremitaggio dedicandosi allo studio della teologia. Fu ordinato sacerdote e, diventato predicatore, la sua fama crebbe rapidamente. Consacrato Patriarca nel 398 diresse con grande vigore la Chiesa affidatagli, scagliandosi contro la corruzione e la licenziosità dei potenti. Nel 402 i nemici di Giovanni si rivolsero al patriarca d’Egitto, Teofilo di Alessandria, la cui Chiesa si trovava in contrasto con quella di Costantinopoli. Teofilo gli mosse varie accuse e riuscì a farlo deporre ed esiliare dall’imperatore. Dal 404 venne definitivamente allontanato da Costantinopoli. Per tre anni rimase confinato a Cucusa, tra le montagne dell’Armenia, ma svolse ugualmente un’intensa attività. Morì nel 407 a Comana, nel Ponto, durante un ulteriore viaggio di trasferimento.
Giovanni si adoperò nell’intento di moralizzare il clero di Costantinopoli colpito dalle critiche per il lusso e lo stile di vita. I suoi sforzi urtarono contro una forte resistenza e quindi furono limitati. Era un eccellente predicatore e come teologo ebbe notevole stima nella cristianità orientale. Contrariamente al costume diffuso dell’epoca, di parlare per allegorie, adottò uno stile diretto utilizzando i passi biblici come lezioni e ammaestramento nella vita di tutti i giorni.
La produzione scritta di Giovanni Crisostomo è copiosa: comprende alcuni trattati come “Contro coloro che si oppongono alla vita monastica”, “Sul sacerdozio”, “Istruzioni per i catecumeni”. Fra le omelie esegetiche 67 sono dedicate alla Genesi, 49 ai Salmi, 90 al Vangelo di Matteo, 88 al Vangelo di Giovanni e 55 agli Atti degli Apostoli. Fra i discorsi non esegetici vi sono cinque omelie “Sull’incomprensibilità della natura divina”, otto “Contro i giudei”, ventuno “Omelie per le statue” e 236 lettere.
Erasmo da Rotterdam (1466/1469 – 1536). Alla morte dei genitori prese i voti monastici, dedicandosi allo studio: conosce i maggiori autori classici latini, Agostino, Gerolamo e umanisti italiani, come Lorenzo Valla. Nel 1495 si recò a studiare presso l’Università di Parigi e scrive l’”Antibarbarorum Liber”, un dialogo nel quale affronta il problema della convivenza della cultura classica con la fede cristiana. Nel 1499 si recò in Inghilterra entrando in contatto con Tommaso Moro e il teologo John Colet. Tornato a Parigi pubblicò i suoi “Adagiorum collectanea”, una raccolta di 818 proverbi latini e modi di dire con un commento filologico, che si amplierà con le successive edizioni. L’Enchiridion militis christiani fu rielaborato da Erasmo nel 1503 e in esso prescriveva un modello di vita cristiana: il cristiano è concepito come un soldato che deve combattere per vivere felicemente nel mondo. Dal 1506 al 1509 Erasmo visse in Italia, dove si laureò in teologia, conobbe l’editore Aldo Manuzio e l’umanista Girolamo Aleandro. Nel 1509 torna in Inghilterra dove nel giro di una settimana portò a termine “Elogio della Follia”, che nel 1515 apparve a Basilea, per l’editore Froben, nella versione definitiva. La Follia personificata fa l’elogio di se stessa ed Erasmo descrive le follie di diverse categorie di persone. L’ultima parte del testo è un’apologia della fede cristiana contro le necessità della ragione. L’opera ebbe grande successo: conobbe diverse edizioni e numerose traduzioni. Come studioso cercò di liberare i metodi della scolastica dalla rigidità e dal formalismo della tradizione medievale.
Le polemiche di Erasmo contro alcuni aspetti della vita della Chiesa cattolica nascevano dall’esigenza di purificare la dottrina e di salvaguardare le istituzioni dalla corruzione, dall’interesse dei pontefici all’ampliamento dello Stato, dalla vendita delle indulgenze e dal culto smodato delle reliquie. In questo condivideva molti aspetti delle critiche di Lutero alla Chiesa cattolica, ad esempio nei confronti dei formalismi esteriori del clero o sulla necessità di un ritorno allo spirito originario del cristianesimo, ma la negazione dell’esistenza del libero arbitrio li vedrà divisi. L’umanista olandese credeva nella possibilità di una riforma nell’ambito delle strutture esistenti della Chiesa cattolica. Morì nel 1536 a Basilea dove era tornato per controllare la pubblicazione dell’Ecclesiaste.
Al centro dello spirito innovatore con cui Erasmo intendeva riformare la Chiesa vi erano da un lato i valori del mondo classico, dall’altro la riscoperta del cristianesimo delle origini. Egli cercò sempre una sintesi tra queste due visioni della vita, di conciliare l’humanitas classica con la pietas cristiana.
Tra le altre opere di Erasmo ci fu la pubblicazione di una nuova edizione e traduzione latina del Nuovo Testamento, che sarà pubblicata da Froben a Basilea nel 1516. Essa costituirà la base per la maggior parte degli studi scientifici sulla Bibbia nel periodo della Riforma.
Come nel caso della pubblicazione dei commentari al Vangelo di Matteo di Giovanni Crisostomo, anche in questa edizione delle omelie sul Vangelo di Marco e Luca presenta lo stesso numero di carte e stessa impronta tipografica di altre edizioni di diversi editori parigini pubblicate tra il 1543 e il 1557. Sul frontespizio un versetto di I Corinti 10,31. Notizie sul traduttore di De Lazaro concio a c. 44. Iniziali arabescate. Testatina figurata c. 2. Corsivo e romano.
Prevost, Benoît
Stampatore e libraio, fratello di Fleury Prevost, la sua data di nascita non è conosciuta. Successe a Stephen Caveiller di cui sposò la vedova, Margherita Doublet. Lavorò spesso in associazione con il figliastro Jean Caveiller, Muore prima ottobre 1562. Un’altra forma del nome è Benedictus Prevotius. Motto: mortis Imperium e curriculum (lo stesso in greco) e Solem praecurro sequorque
Legatura coeva in pergamena. Sul dorso a 3 nervi tassello in pelle su cui sono incisi in oro il nome dell’autore e il titolo del commentario. Assieme a questo testo è rilegato il commentario al Vangelo di Giovanni sempre del Crisostomo. Lacerazioni sulle carte da 1 a 3. Sulla carta di risguardo ex libris Jose Terenghi e segnatura B 50. Macchie di umidità.
Collocazione XVI 46/1
Inventario ANT 17197