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Scheda volume

Origenis Adamantii *Operum tomi duo priores [-tertius et quartus], cum tabulis & indice generali proxime sequentibus. Quibus nuperrime accessit fragmentum commentariorum ipsius Origenis in Euangelium secundum Matthaeum, D. Erasmo Roterodamo interprete. – 5 v. ; fol.((Front. con cornice incisa

3: Tertius et quartus tomi Operum Origenis Adamantii, quorum tertius complectitur, post Apologiam explicanda. – [Lione] : vaenundatur cum reliquis Nicolao Petit & Hectori Penet, 1536. – [8], 311, [1] p. ; fol. – Marca sul front., stampato in rosso e nero, in cornice. – Iniziali fig. – Rom. – Testo su due colonne. – L’ultima p. e bianca. – Segn.: A4 B-2D6..

Impronta isa- isb, e-na iusu (3) 1536 (A)

Fa parte di Origenis Adamantii Operum tomi duo priores [-tertius et quartus], cum tabulis & indice generali proxime sequentibus. Quibus nuperrime accessit fragmentum commentariorum ipsius Origenis in Euangelium secundum Matthaeum, D. Erasmo Roterodamo interprete | Origenes

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Questa pubblicazione raccoglie quasi tutti gli scritti di Origene noti nel XVI secolo e tradotti in latino. Due importanti edizioni dell’opera omnia di Origene erano state curate da Jacques Merlin e da Erasmo da Rotterdam. L’edizione di Merlin era in 4 volumi e fu pubblicata prima a Parigi nel 1512 e poi più volte a Venezia e Londra. L’edizione a cura di Erasmo fu pubblicata prima a Basilea e Londra nel 1536, poi ripubblicata ancora a Basilea nel 1545, 1557 e 1571.

Questo testo è la riproduzione veneziana dell’edizione di Merlin, con l’aggiunta di una quinta parte. L’opera, divisa il 5 volumi, nei primi due tomi raccoglie le omelie di Origene sul Vecchio Testamento. Il tomo terzo contiene i commentari al Vangelo di Matteo, di Luca e alla Lettera ai Romani; il quarto tomo include Contro Celso, De Principii (Peri Archeon) e diverse apologie in favore di Origine. Nel frontespizio viene annunciato un contributo di Erasmo da Rotterdam relativo a frammenti del Commentario su Matteo da lui tradotti. Quest’ultimo tomo di 27 pagine non è posseduto da questa biblioteca.

n. 1 Meister_der_Ada-Gruppe_001TOMO III

In questo terzo volume sono raccolti commentari a parti del Nuovo Testamento. Dei 25 libri del Commentario al vangelo di Matteo ne sono rimasti soltanto otto in greco, mentre in latino sono di un traduttore anonimo. L’opera non sembra completamente compiuta da un punto di vista formale, ha un carattere più scolastico, ci sono digressioni, rimandi, forme di discorso diretto. C’è un lavoro filologico e letterario che precede in commentario vero e proprio. Del Commento alla Lettera ai Romani in questa pubblicazione è stata utilizzata la riduzione in 10 libri e traduzione latina di Rufino. Qui i temi sviluppati nell’esegesi sono la legge, la giustificazione per fede e il rapporto tra cristianesimo e giudaismo. E’ presente un’apologia di Jacobus Merlinus (teologo della facoltà di Parigi, +1541) che pubblicando le opere di Origine, volle difenderlo dagli errori che gli si imputavano.

n. 2 OrigenStudentsLuykenORIGENE

Origène Adamanzio (resistente come l’acciaio) 185 – 254, è considerato uno dei principali scrittori e teologi cristiani greci dei primi tre secoli. Di famiglia greca, si formò alla scuola catechetica di Alessandria d’Egitto. Nacque probabilmente ad Alessandria nel 185 da genitori cristiani. Nel 202 durante la persecuzione di Settimio Severo il padre Leonida fu imprigionato e patì il martirio. Origene iniziò ad insegnare fin da giovane, frequentò le scuole filosofiche, studiò in particolare Platone e gli stoici e diresse la scuola catechetica di Alessandria. Fece diversi viaggi e al suo ritorno, a causa dell’ostilità del vescovo Demetrio, fu esiliato. Si stabilì a Cesarea in Palestina e, insieme al suo protettore e amico Teoctisto, fondò una nuova scuola teologica. Ebbe molta fama e tra i suoi discepoli, il più famoso fu Gregorio Taumaturgo. Sempre a causa delle persecuzioni tra il 235-237, Origene si recò in Cappadocia. Gli anni successivi furono dedicati alla composizione dei Commentari, fatta eccezione per alcuni viaggi ad Atene e in Arabia. Durante la persecuzione di Decio (250) fu imprigionato e torturato. Morì poco dopo essere stato liberato.

Durante la sua vita Origene con i suoi scritti, i suoi insegnamenti, e i rapporti interpersonali esercitò un’enorme influenza su i suoi contemporanei anche dopo la sua morte. Al tempo stesso nei secoli successivi ci furono controversie molto complesse su Origene e su i suoi scritti.

Egli si dedicò all’interpretazione del testo sacro attraverso commentari, omelie, e scholia. I commentari sono una approfondita interpretazione delle Sacre Scritture. Di questi abbiamo otto libri su Matteo e nove libri su Giovanni in greco, mentre in latino c’è una traduzione anonima di parte del Commentario su Matteo e la traduzione di Tirannio Rufino di alcuni libri del Cantico dei Cantici ed un compendio sulla Lettera ai Romani.

Le Omelie, invece, sono discorsi pubblici sui testi delle Sacre Scritture registrati dagli stenografi. Di queste ne rimangono 21 in greco (venti sul Libro di Geremia, più l’omelia sulla Strega di Endor); mentre in latino ne sopravvivono 118 tradotte da Rufino, 78 tradotte da Girolamo ed altre di dubbia autenticità. Origene rese popolare questo tipo di letteratura e nelle sue omelie troviamo notizie sui costumi della Chiesa primitiva, sulla liturgia e sui sacramenti. Gli scholia sono note esegetiche, filologiche, o storiche su parole o brani della Bibbia, ma a parte pochi brevi frammenti sono tutti perduti.

Delle opere dottrinali abbiamo De princiipis, Sulla preghiera, mentre tra quelle apologetiche abbiamo Contra Celsum, Esortazione al martirio. Il merito più importante di Origene fu quello di iniziare lo studio filologico del testo biblico, tecnica che avrebbe influenzato anche Girolamo. Gli Exapla, oggi perduti, sono una vera e propria edizione critica della Bibbia per offrire un testo unitario ed attendibile. Il titolo dell’opera indica le “sei versioni” del testo disposte su sei colonne. Grande teologo del cristianesimo antico e profondo conoscitore della filosofia greca, affrontò il rapporto tra filosofia pagana e religione cristiana. Origene riteneva la filosofia elemento importante perchè essa è animata dal desiderio della verità, ma non essendo fondata nella vita cristiana, non può mai procurare la vera conoscenza di Dio. Infine vedeva lo studio della filosofia necessario per i giovani ed i cristiani colti per diventare capaci di confutare le tesi degli avversari.

n. 3 Giovanni_Bellini_St_Jerome_Reading_in_the_CountrysideRUFINO

Tirannio Rufino, o Rufino d’Aquileia (345 circa – 411), monaco, storico e teologo cristiano è noto sia per la sua storia ecclesiastica, sia come traduttore in latino delle opere greche di Padri della Chiesa, tra cui quelle di Origene. A Roma fu compagno di studi di Girolamo. Verso il 368 tornò ad Aquileia, dove condusse vita ascetica.. Si trasferì nei deserti del Basso Egitto (373), per essere a contatto con le sorgenti della vita ascetica, incontrando celebri monaci. Ad Alessandria frequentò importanti maestri, fra cui Didimo il Cieco, che gli fece scoprire i tesori dell’esegesi e della teologia di Origene e le opere dei Padri della Chiesa di lingua greca. Verso il 377 a Gerusalemme fu affidato a Rufino un monastero maschile che divenne un centro di attività spirituale, intellettuale e caritativa.

Nel 393, insieme a Girolamo, fu coinvolto nell’attacco contro Origene e gli origenisti messo in atto da Epifanio di Salamina: Rufino e Giovanni da Gerusalemme si mantennero fedeli alla memoria del grande maestro alessandrino, mentre Girolamo, rompendo le relazioni con entrambi si schierò a favore di Epifanio. La successiva riappacificazione fra Girolamo e Rufino (397) ebbe breve durata. Trasferitosi ad Aquileia, Rufino si difese dapprima con due accese Apologie, poi preferì restare in un dignitoso silenzio. Si dedicò all’attività letteraria, soprattutto alle traduzioni, per far conoscere all’Occidente i Padri greci e il loro pensiero. Di fronte all’incalzare dei Goti di Alarico (408), abbandonò Aquileia e si rifugiò prima a Roma, e poi in Sicilia, dove morì.

La Storia Ecclesiastica è una traduzione dell’opera di Eusebio di Cesarea, ma Rufino la continuò, aggiungendovi due libri che trattano il periodo compreso tra il 325 e il 395. Egli contribuì ad elaborare una teologia cristiana della storia: nella fede riconosce l’importanza dei fatti concreti, perchè attraverso le vicende umane, Dio salva l’umanità.

GIROLAMO

Sofronio Eusebio Girolamo, (347 – 419/420), nato a Stridone in Croazia, studiò a Roma e per approfondire i suoi studi si recò a Treviri e poi ad Aquileia dove strinse amicizia con Rufino. Nel 379 si diresse a Costantinopoli, dove studiò l’esegesi biblica sotto la guida di Gregorio Nazianzeno, conobbe Gregorio di Nissa e lesse Origene. Dopo tre anni di vita monastica tornò a Roma, nel 382, dove fu segretario di papa Damaso I, divenendone il più probabile successore. Ma il suo rigore morale non piacque alla curia romana, che lo contrastò con grande determinazione. Girolamo, seguito dai suoi fedeli, tornò in Oriente, stabilendosi a Betlemme. Formò una ricca biblioteca e approfondì lo studio dell’ebraico e dell’aramaico. Qui continuò la sua battaglia in favore del celibato clericale e fondò alcuni conventi. Si occupò dell’istruzione dei monaci, pronunziò omelie, tradusse Origene e mantenne sempre una fitta corrispondenza con amici e studiosi. Partecipò a diverse polemiche che agitarono quegli anni come quella contro Origene e l’eresia pelagiana.

La sua produzione scritta fu vasta: abbiamo lavori sul testo biblico, lavori esegetici, commentari, scritti storici, scritti polemici, traduzioni e lettere. La Vulgata è la prima traduzione completa in lingua latina della Bibbia. Nel 382 su incarico di papa Damaso I affrontò il compito di rivedere la traduzione dei Vangeli, successivamente nel 390, passò all’Antico Testamento in ebraico concludendo l’opera dopo ben 23 anni. Il testo di Girolamo è stato la base per molte delle successive traduzioni della Bibbia, fino al XX secolo.

Di Girolamo si conservano 73 omelie e diversi commentari tra cui il più importante è quello relativo ai Profeti. Nella sua opera di traduttore, oltre che della Bibbia, si occupò della versione in latino degli scritti di Origene, di Teofilo d’Alessandria e di Didimo il Cieco, utilizzando un concetto moderno di traduzione, che attirò accuse da parte dei suoi contemporanei. Tra gli scritti polemici ricordiamo Adversus Iovinianum, un trattato in cui l’autore esalta la verginità e l’ascetismo, spesso prendendo spunto da autori classici.

Tra gli scritti storici più famoso è il De Viris Illustribus, dove intendeva dimostrare come la nuova letteratura cristiana fosse in grado di porsi sullo stesso piano delle opere classiche. In esso sono presentate le biografie di 135 autori in prevalenza cristiani (ortodossi ed eterodossi), ma anche ebrei e pagani, con uno scopo apologetico. Le biografie hanno inizio da Pietro apostolo e terminano con lo stesso Girolamo, ma le prime sono frutto di conoscenze di seconda mano e non sempre completamente affidabili.

n. 5L’edizione è composta da 5 volumi in folio. In questo terzo volume c’è la marca sul frontespizio, nuovamente stampato in rosso e nero, in cornice. La marca è un albero con cartiglio e il motto è Concordia nutrit amorem. Segue l’indice delle opere contenute che sono il più delle volte precedute da un prologo dei traduttori. Il tomo si apre con l’Apologia di Merlino pro Origene a cui fa seguito l’indice delle opere contenute. Le 26 omelie su Matteo sono anticipate dalla lettera nuptiatoria di Merlino, mentre le omelie di Luca sono introdotte da un prologo di Girolamo a pagina 128. Seguono 10 omelie di diverso argomento e il commentario alla Lettera ai Romani, introdotto sempre da Girolamo. Nell’ultima pagina, la 311, è stata pubblicata la vita Origene tratta da De viris illustribus. Iniziali criblè di diverse misure. Romano. Testo su due colonne.

n. 4 Typefoundry_3_Encyclopedie_1763Hector Penet. Libraio e tipografo. Originario di Vienna (Isère), con sede a Lione dal 1533. Nel 1568 fuggì a Ginevra per motivi religiosi. Nel gennaio 1571 acquistò una pressa dallo stampatore e libraio di Ginevra Jean Barbier e dei caratteri per la stampa dal libraio Zacharie Durand. Tuttavia, non è nota nessuna stampa di Ginevra a nome Hector Penet. Menzionato per l’ultima volta nel settembre 1572 nelle fonti di Ginevra.

Petit, Nicolas (sec. XVI) Libraio e tipografo dal 1533 al 1536 lavorò in associazione con Hector Penet. Motto (s): Concordia Nutrit amorem. Penet e Petit stampano sempre a Lione quest’opera nel 1536 con Giunta, utilizzando la stessa cornice nel frontespizio, mentre la marca varia.

n. 6 URBE023027_6Legatura in pergamena rigida. Sul dorso a 4 nervi inciso a secco in rosso e nero in nome dell’autore e il titolo Tomi tertius et quartus. Poche macchie di ruggine e umidità. Nota di possesso ? a carta 1. Carte di risguardi e di guardia restaurate. Il testo è legato al tomo quarto.

Collocazione XVI 77/3

Inventario ANT 12160

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